Io, Chiara, oltre ad essere insegnante Yoga, sono un’attrice di teatro, profondamente ispirata dall’aspetto creativo della vita e dalle varie tecniche che ricercano il benessere e lo sviluppo delle potenzialità di ogni singolo individuo a livello fisico, mentale e spirituale.
Approccio allo Yoga con l’Ashtanga per la prima volta a vent’anni e ne rimango subito affascianta. Sono interessata a tutti i tipi di Yoga, con apertura e curiosità.
Ricerco un approccio Integrale alla pratica, dove il termine stesso indica accoglienza, inclusione.
Propongo una pratica di Yoga Vinyasa, dove la sequenza di Asana (posture dell’Hatha Yoga) si integrano al Pranayama (controllo ed espansione del Prana, forza vitale, attraverso tecniche di modificazione del respiro) in modo sempre diverso, ma seguendo una struttura di riferimento che prevede l’alternarsi di lavoro fisico su equilibrio, allungamento, inversione, flessione, torsione, aperture, rilassamento.
Sono appassionata della creatività della pratica Vinyasa, con la capacità di adattarla rispetto al livello del gruppo e alle singole particolarità degli allievi. Insegno anche YinYoga: una pratica più lenta, molto profonda, che lavora sul tessuto connettivo e sulle fasce, che integra al meglio la pratica dinamica più yang.
Sono particolarmente attenta all’importanza della costruzione delle asana e dunque di un preciso e importante lavoro di preparazione e riscaldamento del corpo per approcciare le posizioni.
Sono insegnante Yoga Certificata 500h con la scuola HariOm e Yin Yoga 50h con Arely Torres.
“Praticando yoga lavoriamo sul nostro stato vitale, ossigeniamo il corpo rigenerando e aumentando la sua energia, massaggiamo e irroriamo gli organi interni, allunghiamo e mobilizziamo la muscolatura, rendiamo più flessibili le articolazioni, equilibriamo il sistema neurovegetativo. Questo ha il potere di donare un benessere e un equilibrio psicofisico duraturo e continuo”.
E inoltre, come dicevo, sono un’attrice. Ho sempre lavorato nel teatro e amato la commistione con la danza, l’espressività dei corpi e del movimento.
Credo che un attore/attrice sia in qualche modo paragonabile ad uno yogi/yogini proprio perchè lo spazio della creatività è simile ad una meditazione dinamica, dove tempo e luogo si arrestano per entrare nell’infinito e nell’imperturbalbilità dell’atto creativo.
In quell’istante, come nella Samadhi Yogica, si ha accesso ad una libertà completa (mukti) dove il fluire è continuo atto d’amore e dove viene superato l’ego, ovvero l’identità. Ci si libera dall’identificazione con se stessi e si accede ad un altrove di gioia ed estasi pura. Ogni artista, ogni ricercatore spirituale, ogni ‘guerriero della bellezza’ (così un famoso regista belga appellava i suoi performers) potrà riconoscersi in queste parole.